Lettera agli amici della Comunità del Khalil (Abramo l’Amico di Dio) 2007
Deir Mar Musa, Deir Mar Elyan, Studentato San Salvatore-Cori, Italia
Introduzione straordinaria:
Cari amici, siamo in crisi finanziaria acuta. Non abbiamo contratto debiti e neppure ne potremmo contrarre perché non abbiamo speranze di redditi tali da poter restituire delle somme importanti. I motivi della nostra crisi sono una ripresa troppo lenta del turismo, il venir meno o la forte diminuzione di alcuni aiuti sostanziali quasi regolari nel passato, l’aumento del costo della vita e del valore della lira siriana di fronte al dollaro e all’euro e le richieste pressanti di aiuti per i poveri tra i quali anche i profughi iracheni. Più volte alcuni di voi ci hanno detto: “Se vi trovate di fronte ad una difficoltà particolare fatecelo sapere, le vostre emergenze sono anche nostre. Lasciateci sognare con voi, fateci sentire che Deir Mar Musa ci appartiene!”
Di fatto siamo impegnati in diversi progetti finanziati da organizzazioni pubbliche e private ma si tratta sempre di fondi molto dettagliatamente destinati a obiettivi precisi. Il cantiere di Deir el-Hayek (monastero femminile e centro di esercizi spirituali, seminari, ecc.) è rimasto molto sguarnito di aiuti in questa fase conclusiva.
Saluti
Siamo abituati ormai da tanti anni a mandarvi questa lettera, con più o meno ritardo, e speravamo stavolta di potervi augurare per tempo tantissimi auguri di buon Natale e Buon Anno. Mentre vi scriviamo si svolge il Pellegrinaggio musulmano alla Mecca e noi siamo uniti spiritualmente ai nostri amici ed alle loro famiglie in questo tempo di grazia e perdono.
La sera, nella bella chiesa del monastero si riuniscono per la meditazione in silenzio e per la Messa pellegrini e viaggiatori dei quattro continenti. La preghiera resta sostanzialmente in Arabo, la lingua liturgica della nostra consacrazione d’amore all’amicizia islamo-cristiana e della nostra comune adorazione del Misericordioso. L’adorazione della Parola incarnata nella grotta di Betlemme, simbolo di pace persa e rinata, e l’adorazione musulmana dell’Unico, che si comunica all’intimo d’ogni credente, non sono culti separati ma costituiscono assieme il coro di risposta sincera dei cuori all’Amore dall’Alto. Con una giornalista di Shangai parlavamo dei cristiani e dei musulmani giunti in Cina nel Medioevo attraverso l’Imalaia sognando un luogo per l’educazione all’armonia interreligiosa per i giovani sul tetto dell’Asia.
La Comunità Monastica
Questo mese di dicembre è, a Deir Mar Musa, consacrato agli esercizi spirituali. Quest’anno Suor Huda sta guidando gli esercizi del novizio Youssef. È una bella cosa perché finora era solo Paolo a offrire questo servizio. Huda, conclusi molto bene gli studi romani, è ora in pieno nella vita di Deir Mar Musa ed ha ritrovato la sua solarità.
Stiamo leggendo e commentando in questi giorni la lettera enciclica di Papa Benedetto sulla speranza. Questo ci dà l’occasione di riflettere sul senso del nostro vivere, pregare, lavorare, accogliere, dialogare, ecc. assieme. Abbiamo deciso di combattere il pessimismo che è un veleno tremendo che rende tutto nero prima ancora di ucciderlo. In comunità, nelle nostre relazioni e programmi, cerchiamo di aprirci alla speranza, quella vera, presente, umile, nei dettagli e le pieghe della vita quotidiana che è già vita del Regno dei Cieli.
Molti i segni di speranza quest’anno per noi. In settembre Jihad è stato ordinato diacono nel suo paesino maronita circondato dall’affetto dei vicini ed i parenti. Preghiamo che, nonostante la malattia, il suo papà abbia la gioia di partecipare, a Dio piacendo, all’ordinazione sacerdotale nel luglio prossimo.
Diane, dopo due anni di volontariato ed uno di postulandato, ha rinviato un previsto pellegrinaggio a piedi accompagnata da un asinello per entrare in noviziato pure in settembre, alla vigilia della Festa della Croce. In gennaio, con Huda andranno in pellegrinaggio al Fiume Giordano per visitare il luogo del Battesimo del Signore (che è poi anche quello del ratto del Profeta Elia e del passaggio dell’Arca dell’Alleanza, e, più vicino a noi, il luogo d’eremitaggio di Maria l’Egiziana). I francescani del Monte Nebo avevano già ricevuto Paolo e Butros nei mesi passati ed una certa complicità con i marmusiani si va consolidando.
Paolo era andato fino al Giordano con il gruppo internazionale del Cammino di Abramo. Boutros ha voluto anche lui andare, in solitudine, per toccare quest’unico punto della Terra Santa visitabile anche dai cristiani arabi. Per noi è come una promessa di poter un giorno visitare in pace Nazaret, Betlemme, Gerusalemme, e la tomba del comune Patriarca Abramo, ad Hebron – al-Khalil
Da quest’anno il novizio Daniel è per gran parte della settimana con Padre Jak al monastero di Mar Elyan a Qaryatayn per preparare gli esami di scuola media. Anche Diane li raggiunge per le lezioni di Arabo, offrendo in cambio lezioni di Francese ai bimbi della sua professoressa che è specializzata in scienze islamiche. Deir Mar Elyan comincia davvero a rinascere. Una parte del nuovo cortile è ormai in uso e la chiesa ricostruita gioisce nell’accogliere la preghiera del piccolo gruppo monastico.
La mamma di Padre Jak ci ha lasciato in settembre per il Cielo. Fu un momento alto della nostra vita perché la signora Imelda ci aveva adottato tutti specie negli anni di presenza a Qaryatayn. Il funerale ad Aleppo, con le suore compagne della figlia Victoria e la nostra comunità intorno a Jak, consolò tutti facendoci sentire che alla fine questo mondo si fa come da parte per lasciar passare quello illuminato da Cristo, sole che non tramonta.
A Cori, presso Roma, i nostri studenti, Jens, Jihad e Deema, continuano ad approfondire la relazione con la comunità parrocchiale che ci ospita. La nostra casa del San Salvatore è anche luogo di incontro e di preghiera in comunione con le Chiese orientali e con la Comunità musulmana. Sarebbe bello poter fondare una confraternita che assicuri continuità di presenza del nostro carisma in loco e faccia da punto di riferimento per gli amici italiani.
Nell’estate Jens è tornato per un mesetto in Iran per continuare a tessere quell’umile tela di ragno che dovrebbe permetterci negli anni prossimi d’iniziare una presenza stabile. Pensiamo a Tabriz, ma non c’è ancora nulla di certo.
Mary, inglese, per trent’anni psicoterapeuta in Toscana, è stata con noi a Deir Mar Musa per un intero anno attendendo un segno dal Cielo. Poi è tornata in Italia per un mesetto durante il quale è stata aggredita da un malato mentale sconosciuto che l’ha messa in gravissimo pericolo. Il Signore se n’è occupato ed ora la nostra Mary sta davvero meglio e l’aspettiamo in Siria al più presto. Sono in molti ad attenderla: profughi iracheni, membri della Comunità, persone in difficoltà, tanti amici.
Giramondo
Paolo ha davvero esagerato quest’anno coi viaggi: dopo i tre giorni nel dicembre 2006 in Finlandia ed il consueto viaggio in Europa in febbraio 2007, tra l’altro per found raising, è stato in maggio in Nuova Zelanda per un seminario dell’ONU per l’Alleanza delle Civiltà. In luglio era in Francia per partecipare al pellegrinaggio islamo-cristiano dei Sette Santi in Bretagna e per visitare finalmente la tomba del suo venerato maestro Louis Massignon. Poi ha proseguito per gli USA per due seminari di gesuiti a New York e a Washington consacrati al dialogo con l’ebraesimo e l’islam. In settembre è andato nel Nord dell’Iraq per offrire gli esercizi spirituali al clero caldeo e siriaco di Mossul. Questa relazione di solidarietà con gli iracheni, e con i nostri amici della Chiesa di lì, è davvero significativa per noi e si fa anche concreto aiuto, per quanto possibile, nel far fronte alle urgenze più gravi. In ottobre ci fu una felice visita in Vaticano dove ha potuto incontrare, con molta consolazione, il nuovo Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-Religioso Card. J.L. Tauran ed il nuovo Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali il Card. L. Sandri. È giusto dire qui la nostra gratitudine al Card. Moussa Daoud (nostro Vescovo e Patriarca negli anni novanta) che ha seguito anche da Roma la nostra crescita, ponendo le questioni importanti e facilitando il discernimento della Santa Sede sulla validità della nostra vocazione e prospettiva teologica, specie riguardo alla relazione islamo-cristiana. Poi, a Barcellona, ha dato gli esercizi spirituali ai quadri delle Comunità dell’Arca di Jean Vanier per le persone mentalmente andicappate. Infine è intervenuto a Parigi al colloquio sul Futuro dei Cristiani d’Oriente patrocinato dal Quai d’Orsay dove ha cercato di reagire al pessimismo ambiente, consigliando una visione che non sia di concorrenza islamo-cristiana né di improbabili evoluzioni verso la laicità di quelle società, ma bensì di evoluzioni plurali costruite sulla complementarietà culturale e teologica e su speranze convergenti.
La Comunione nella Chiesa Locale
Si può capire la preoccupazione del nostro Vescovo, il caro Mons. George Kassab, ad anche della Comunità, per questo responsabile giramondo... specialmente in questa fase di elaborazione d’una decisione più netta di Chiesa sulla nostra vocazione. Paolo sostiene che è stata un’esperienza eccezionale che gli ha fatto sentire la portata universale della nostra prospettiva abramitica, cogliendo linee di senso, raggi d’aspirazione alla pace nella giustizia di fronte a Dio, di donne e uomini d’ogni continente.
Mons. Kassab ha ritenuto suo dovere rappresentare le difficoltà d’una parte della Chiesa locale nei confronti della nostra vocazione al dialogo anche in riferimento al progetto d’un Visitor Center interreligioso nell’ambito del Parco naturale in via di realizzazione nella valle di Deir Mar Musa. La Comunità si è allora impegnata tutta nel dialogo ecclesiale ed ancora una volta abbiamo sperimentato la forza e la portata della preghiera che apre vie di comprensione insperate e rende fruttuosa l’obbedienza, anche quella che costa. Ora le cose vanno, grazie a Dio, molto meglio ma, anche a causa della situazione d’incertezza della nostra Chiesa Siriaca nel suo complesso, si è deciso di rinviare qualunque decisione canonica fondazionale. Noi si va avanti tranquillamente e nel modo più ecclesiale, confortati anche dall’approvazione romana alla nostra regola. Sono ormai venticinque anni che il Signore ha mostrato questa via ad un giovane gesuita italiano e sono più di vent’anni che la Chiesa locale e la Santa Sede a Roma hanno seguito con attenzione ed incoraggiato questo cammino. Cerchiamo dunque d’essere fedeli e sereni.
L’Impegno Culturale
In luglio si è svolto il consueto seminario. Quest’anno, a causa delle reazioni ecclesiali negative, abbiamo dovuto rinunciare all’esplicita dimensione interreligiosa per ripiegare su quella interculturale. Il risultato fu davvero incoraggiante: un centinaio di giovani di tutte le appartenenze della società siriana hanno discusso ed interagito per tre giorni interrogandosi su “Incontro Interculturtale e la Gioventù di Domani”. L’impressione di tutti è che vale la pena di continuare sullo stesso sentiero in futuro, la stampa si è interessata con simpatia dell’iniziativa ed i giovani continuano a frequentarci. Durante gli stessi giorni si è svolto un laboratorio di dialogo intermusicale con giovani musicisti di barocco francese e colleghi di musica araba. Dopo due serate di prove, l’ultima, nello spazio del portico del Visitor Center, con più di cinquecento spettatori venuti da Nebek e con la presenza significativa del Vescovo, fu magnifica. Diane presentava i pezzi in Arabo con passione ed i musicisti hanno comunicato un sentimento d’armonia e di bellezza giovane di vero effetto e forte consolazione. Anche la seconda serata a Hama fu un successo.
Nel quadro del nostro impegno culturale abbiamo deciso di inaugurare, in ottobre, dopo il Ramadan, la nostra piccola e preziosa biblioteca del dialogo, come espressione della nostra gratitudine e considerazione verso le tante persone ed istituzioni che ci hanno aiutato nel fondarla e svilupparla. Tra gli altri, è giusto ringraziare l’Oeuvre d’Orient (organizzazione cattolica parigina) che ha aiutato per la costruzione della nuova sala di lettura. Negli ultimi anni la biblioteca ha profittato in successione dell’impegno di due volontarie francesi del SCD (Servizio di Cooperazione allo Sviluppo, Lione): Eglantine e, dal 2006, Nathalie. (Eglantine, benché tornata in Francia, continua a collaborare con noi e prepara un libro di teologia del dialogo con Paolo; Nathalie è gia nota a molti di voi perché assicura con maestria ed affettuosa pazienza la complessa segreteria del Monastero). Il Prof. Consorti, della Fondazione Remo Orseri e dell’Università di Pisa, è venuto per l’occasione in rappresentanza del Presidente della Fondazione, il Professor Pietro Scoppola, che teneva moltisssimo a quest’appuntamento ma che il Signore aveva richiamato a sé pochi giorni prima. La Fondazione Orseri ci è ormai accanto da molti anni appoggiando il nostro impegno culturale. Il nuovo Presidente, il Prof. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant Egidio, è un vecchio e carissimo amico di Paolo e contiamo di poter collaborare efficacemente in futuro.
I presenti all’inaugurazione erano qualificati e motivati. Il Mufti locale ci aveva comunicato la sua solidarietà insistendo sul valore del Libro come origine del significato del Mondo. In questo contesto il tempo di silenzio orante dedicato alla memoria dell’amico e maestro Pietro Scoppola pose il nostro incontro nel quadro del dialogo più significativo e di più grande responsabilità. Una tavola rotonda sulle sfide della biblioteca odierna impegnò rappresentanti di diverse biblioteche ed università locali. Il giorno seguente, nell’Istituto Italiano di Cultura a Damasco, il Prof. Consorti tenne una conferenza molto apprezzata (tra gli altri anche dal Nunzio Apostolico) sul concetto di stato laico nell’ambito mediterraneo (sarà pubblicata nel nostro sito ed in quello della Fondazione Orseri).
La Casa Editrice
Adib e Huda sono venuti ad abitare a Nebek in una vecchia casetta restaurata di proprietà del Monastero. Hanno avuto una dolcissima bimba e collaborano con noi rispettivamente come responsabile delle edizioni del Monastero e come contabile. La nostra casa editrice, riconosciuta dal governo, si chiama Dar el-Khalil lin-Nashr, con riferimento ad Abramo l’amico (Khalil) di Dio. Contiamo di pubblicare dei volumi in Arabo a partire dalle conferenze ed i seminari di dialogo. Abbiamo già pubblicato un volume su “La Problematica del Riconoscimento dell’Altro”, una traduzione di articoli sulla Terra Santa di Louis Massignon e una relazione su un incontro giovanile ecumenico del 2001 dal titolo “Ripongo la mia Speranza in Te”. Sono in preparazione un libro di canti, una raccolta di conferenze su “Esperienza Spirituale ed Impatto Sociale” ed una traduzione del Direttorio Spirituale del Beato Charles de Foucauld.
Due giovani amici di Damasco collaborano con Adib e con Jens per creare un sito internet interamente in Arabo intitolato a “Al-Khalil”. Quando sarà pronto, presto insc’Allah, troverete il link nel sito di Deir Mar Musa.
La Dimensione Ambientale ed Agricola
La Comunità ha ricevuto in ottobre Raphael, un nuovo volontario francese della DCC (Delegazione Cattolica per la Cooperazione), in sostituzione di Stephane Heudes che ha raggiunto la sua fidanzata in Algeria dopo un anno di fruttuoso servizio A sua perenne memoria rimarrà la nuova magnifica piccionaia che dovrebbe presto offrire un efficace complemento di proteine alla nostra dieta. Stephane ha anche curato la crescita del progetto agricolo di Qaryatayn ed ha sviluppato ulteriormente la relazione con il CCFD (Comitato Cattolico contro la Fame e per lo Sviluppo).
Raphael, ingegnere specializzato nello sviluppo rurale, ha 26 anni ed è entusiasta di servire il Signore ed il Monastero. Due anni fa, aveva trascorso tre mesi con noi. Dopo un mese di esercizi spirituali con Paolo, aveva chiesto il battesimo. Ha espresso poi il desiderio di tornare per conoscere meglio la Comunità.
In Aprile si è svolta la decima edizione della nostra Giornata dell’Ambiente con i diversi partner locali. Quest’anno era sulle dinamiche scientifiche, culturali e sociali legate al progetto di Parco e di Visitor Center. Questa ed altre attività culturali sono finanziate dalla generosità della Fondazione tedesca Hanns Seidel che ci segue fedelmente da tanti anni aiutando anche a formare tecnicamente i nostri collaboratori laici.
La quarta edizione del seminario degli apicultori si è svolta quest’anno in novembre. È interessante notare che si tratta d’una attività molto lodata dai musulmani che apprezzano le api considerandole, a causa dell’elogio coranico, un piccolo popolo di credenti.
Le costruzioni di Deir el-Hayek e Deir el-Huqab
In dicembre 2007 è stata realizzata la grande gettata di cemento armato del tetto dell’ultima ala importante dell’edificio prevista dal progetto di Deir el-Hayek noto pure come monastero femminile. Abbiamo ormai pienamente in funzione 15 camere da letto, una cucina per gruppi, un parlatoio, una sala multiuso (100 posti), un porticato con un oratorio situato nelle grotte degli antichi eremiti, serbatoi, servizi, solai e cantine. Nel 2008 contiamo di mettere in uso altre sei camere e servizi, una cappella per trenta persone, una lavanderia ed una piccola cucina. Avremo così 21 camere. Desideriamo sviluppare il servizio degli esercizi spirituali e dei corsi di teologia oltre agli incontri interreligiosi. Speriamo di finire i lavori, con il vostro aiuto, in un paio di anni. Mancano ancora quattro stanze, un grande serbatoio d’acqua, un muro di cinta d’una trentina di metri con delle celle più isolate lungo il muro dove possibile. Resta da concludere la torre dell’ascensore che farà anche da campanile, nonché occorrerà rinnovare la teleferica per renderla atta al trasporto eventuale di persone in difficoltà.
Molti di voi si ricordano dello stazzo, nelle grotte a Nord del monastero (Deir el-Huqab). Le capre ed i monaci avevano sviluppato un buon vicinato. Poi, a seguito dell’istituzione del Parco, abbiamo spostato molto opportunamente la residenza delle capre in un nuovo magnifico spazio ad Ovest (nel luogo del grande garage costruito nell’89 ...). C’è anche una stanza per i ritiri spirituali di Paolo che dice la Messa ai pastori d’una famiglia beduina cristiana di Qaryatayn. Invece, il vecchio stazzo e le grotte sono stati trasformati in otto stanze e servizi per monaci ed ospiti. Il famoso mulo ci ha lasciato per pascoli migliori e la sua stalla sarà presto trasformata in pollaio .... cani, gatti, piccioni e galline mangiano tutti nelle stesse mangiatoie! Anche gli uccellini e la volpe passano volentieri.
Il riscaldamento
Vorremmo poter offrire sempre ai nostri ospiti un posto calmo e comodo, adatto al riposo e alla preghiera. Fin dall’inizio abbiamo utilizzato per il riscaldamento delle stufe a nafta, le famose sobia. Sono un pò nocive per la salute e di uso complicato; non si possono tenere accese durante la notte e così gli ospiti soffrono freddo. L’inverno a 1300 metri d’altezza è rigido e lungo e cerchiamo una soluzione più efficace e più ecologica. Perciò ci piacerebbe istallare un riscaldamento centrale solare ed a gas nella parte antica del Monastero più utilizzata dai visitatori di passaggio e per la vita colletiva. Gli amici del vicentino cercheranno di offrire supporto tecnico, ma occorre trovare altri benefattori freddolosi per riuscire nell’impresa. Questa operazione dovrebbe rendere l’ospitalità più confortevole e quindi consentire l’aumento delle presenze dalle quali in definitiva dipende anche il nostro equilibrio finanziario.
Gli appartamenti a Nebek
Già sapete che diversi anni fa abbiamo comprato una grande casa in rovina del diciannovesimo secolo a Nebek. Adesso abbiamo quasi concluso la demolizione ed operato il trasporto al monastero di el-Hayek ed il montaggio delle parti in pietra. Il terreno a Nebek è ormai libero per costruire degli appartamenti da offrire ad equo canone ai nostri collaboratori laici. Concretamente la questione della casa è quella che costringe i giovani ad emigrare per molti anni rinviando il matrimonio all’infinito. Il terreno edificabile è di quasi cinquecento metri quadri e si possono costruire due piani con un bel cortile per ospitare al meglio otto famiglie. Abbiamo interessato una fondazione amica ed attendiamo risposta .... Vi faremo sapere! Si tratta di un progetto importante per salvaguardare l’equilibrio comunitario interreligioso del paese di Nebek dove la comunità cristiana rischia di finire sotto l’un per cento per effetto dell’emigrazione interna ed internazionale.
Il Visitor Center
Brevemente, desideriamo aggiornarvi sulla positiva evoluzione del progetto del Visitor Center di Deir Mar Musa, legato direttamente allo sviluppo del Parco e gestito in partenariato con l’amministrazione statale e le associazioni non governative locali. Lo Stato siriano ha decretato l’attribuzione a questo progetto di altri 35 ettari. Stiamo lanciando, con un finanziamento europeo e la collaborazione con l’associazione COSV di Milano, una competizione per studenti d’architettura e belle arti. I progettisti saranno invitati ad esprimere una speranza d’armonia interreligiosa ed interculturale attraverso la realizzazione d’una stazione turistico-spirituale nel Vicino Oriente. La situazione ecclesiale e sociale contingente non permette di specificare di più l’obiettivo ma in questo, c’è probabilmente un bene. Vogliamo infatti che i giovani progettisti siano creativi al di là dei cliché simbolici cristallizzati. Desideriamo poter raccogliere una messe artistica che metta in relazione il non detto dell’inconscio simbolico collettivo con la coscienza di futuro dei giovani di oggi. I progetti migliori saranno esposti in due mostre a Damasco e a Deir Mar Musa nei mesi di settembre e ottobre in connessione con l’evento “Damasco 2008 Capitale della Cultura Araba”.
Andremo anche avanti con le strutture di base del Visitor Center creando presto una struttura di prima accoglienza e, se ci sono i fondi, un camping. La proprietà del terreno è dello Stato ma probabilmente, per via d’affitto simbolico di lungo periodo o per contratto, alcune strutture saranno gestite direttamente dal Monastero. Poi, ovviamente, ci faremo aiutare da collaboratori laici locali.
Un gruppo di partner sta preparando un progetto di laboratori artigianali, sia di trasformazione di prodotti agricoli che di produzione tradizionale di tessuti, di ceramiche e di oggetti in rame, da realizzarsi, insc’Allah, a Deir Mar Musa e a Deir Mar Elyan a Qaryatayn.
Pensiamo la struttura finale del Monastero su tre livelli:
Il primo è quello dell’accoglienza di massa legato al turismo locale ed internazionale. L’obiettivo è quello dello sviluppo economico e sociale regionale ed assieme quello dell’educazione di base ai valori dell’armonia interreligiosa, della solidarietà sociale e della salvaguardia ambientale.
Il secondo livello è quello dell’iniziazione all’esperienza spirituale ed estetica.
Il terzo è quello dell’approfondimento della dimensione contemplativa e monastica.
I tre livelli sono rappresentati rispettivamente dal Visitor Center, dal monumento del monastero con la sua magnifica chiesa ed infine dalle due residenze monastiche di Deir el-Hayek e Deir el-Huqab con annesse le grotte e gli eremitaggi.
Qaryatayn
Il dono generoso d’una famiglia siriana ci ha consentito di proseguire la costruzione del nuovo chiostro di Deir Mar Elyan dove già si è trasferito P. Jak con Daniel e qualche ospite di passaggio. La comunità è sovente in visita per il giorno di riposo e di condivisione fraterna.
Dal punto di vista agricolo si son fatti dei passi avanti sia nella produzione dell’olio d’oliva che in altre colture e specialmente nelle piante aromatiche. Un magnifico locale per la vendita dei prodotti è quasi pronto all’ingresso del monastero e l’alto cono del trullo tradizionale svetta al di sopra degli alberi.
Essendo di facile accesso per tutti, Deir Mar Elyan riceve un gran numero di visitatori del vicino paese, musulmani in maggioranza, che vengono in famiglia per una pia visita ed uno spuntino. Anche gruppi parrocchiali ed associazioni cominciano a frequentare il monastero. Infine, sempre di più una parte del flusso turistico da e verso Palmira sceglie il nostro monastero per una sosta.
Arrivederci
Speriamo di vederci qui in Siria, in Italia (a Cori) o in altra occasione. Restiamo in quell’efficace solidarietà ed empatia di pensiero e di amicizia a tutti i livelli che la Chiesa chiama Comunione dei Santi ... Certamente l’unione degli animi nella preghiera è l’elemento più universale e comune tra le religioni; ogni giorno ne sperimentiamo l’efficacia e la consolazione.
Tanta simpatia per ciascuno,
La Comunità del Khalil