Da Roma alla Moschea di Damasco: portata e prospettive della visita di Giovanni Paolo II (2001)

 

È stato il mezzo televiso quello che ha permesso di valorizzare appieno la decisione di Giovanni Paolo II di togliersi le scarpe per visitare la Grande Moschea degli Omayyadi a Damasco. Traversata faticosamente la navata, le cui volte sono ancora sostenute dalle colonne dell’antica Cattedrale di Giovanni Battista, il Papa si è finalmente potuto raccogliere in silenzio, in preghiera, presso il memoriale in cui si conservano le reliquie del Precursore.

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Viva la coscienza!

F., di famiglia sciita, è iracheno. Emigrò in Europa per sfuggire a Saddam. Ormai in pensione, si occupa con la moglie olandese di progetti umanitari e fa su e giù con Bagdad. Vive in coscienza una profonda spiritualità emancipata dalla religione…. Doveva essere comunista. Abbiamo fatto le ore piccole seduti sui tappeti in chiesa per un’intervista di “spiritualità politica” che finirà chissà su quale sito internet e giornale iracheno o olandese… Dichiarazioni ormai non verificabili, affidate alle brezze delle buone volontà, alla rete invisibile dell’umano globale….

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Moschee Italiane

Fuori è Firenze: regina del bello italiano, magnifica nelle sue architetture, stilla ricchezza culturale e spirituale da tutti i conci dei suoi monumenti. Dentro, in fondo a un lungo e spoglio corridoio, in uno spazio pulito e ordinato ma temporaneo, angusto ed antiestetico, è Centro islamico.

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Negazionismo islamico

Nell'estate del 1989, in occasione della Preghiera Interreligiosa per la Pace, visitammo i campi di sterminio di Aushwitz e di Birkenaw (CONTROLLARE L'ORTOGRAFIA!). Accompagnavo una delegazione musulmana e raccolsi diverse e contraddittorie reazioni. Un giovane intellettuale, ideologicamente accecato, riusciva ancora a negare la verità del genocidio trovando il carcere piuttosto ben organizzato. Un altro dignitario confessava invece sconvolto che quella visita lo aveva profondamente trasformato!

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Mar Morto?

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Maledetta Terra Santa


Papa Benedetto viene qui in Maggio. Quando venne Giovanni Paolo tutti stavano col fiato sospeso sperando in chissà quale miracolo. Era il giubileo del 2000. Poi scoppiò la seconda intifada, poi venne l’undici settembre, poi cominciò la guerra mondiale contro il terrorismo … ed infine Gaza. Pochissime sono oggi le illusioni politiche, con le parti contrapposte bloccate su posizioni radicali e le colonizzazioni in Cisgiordania in rigoglioso sviluppo!
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Voglio tornare

Erano una trentina, soprattutto palestinesi, profughi in diversi Paesi arabi, europei e d'oltre Atlantico, accompagnati da amici siriani e d'altrove. Cosa fa sì che una persona che vive tranquillamente sulla terra dei suoi avi diventi un giorno solidale con un profugo, un rifugiato? La condizione del «senza terra», dell'esiliato, è specchio di realtà che ci riguardano tutti.

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Sulla via di Damasco

In occasione dell'anno paolino, proclamato dal papa per ricordare il bimillenario della nascita dell'Apostolo delle Genti, viene spontaneo chiedersi come questo santo cristiano sia visto dall'Islam. La risposta non è incoraggiante: benché i testi fondatori, Corano e Sunna, non ne parlino esplicitamente, nei testi musulmani lungo la storia Paolo è accusato di avere radicalizzato la cristologia al punto da contraddire il puro monoteismo di Gesù, «Iisa il Messia», e dei suoi primi discepoli, a cominciare da Pietro.

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