Lettera agli Amici 2021
Un corpo spezzato annuncia il Corpo Glorificato
Monastero di Mar Musa al-Habashi - Nebek, Siria
Monastero di San Salvatore - Cori
Monastero della Vergine Maria – Sulaymaniyah
Un corpo spezzato annuncia il Corpo Glorificato
Il 7 aprile ero appena arrivato a Beirut quando ho ricevuto una telefonata dal villaggio: “Jihad, tua madre è malata”. Ho sentito un fantasma minaccioso vorticare intorno a colei che per me è l’immagine della tenerezza. Il 13 maggio mia madre è morta a causa del terribile Coronavirus; è morta mentre pregava, ci tenevamo per mano; la creatura per me più dolce è stata chiamata alla Misericordia di Dio Altissimo; era il giovedì dell’Ascensione nonché la festa di Nostra Signora di Fatima e il primo giorno di Eid Al-Fitr (festa mussulmana per la chiusura del mese di Ramadan). Ho sempre pensato a questo giorno, l'ho temuto e ho pregato per questo.
“In verità, carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che si corrompe può ereditare l’incorruttibilità”. (1 Cor 15,50). Ho riflettuto più e più volte sul mistero della vita, dove nulla è certo come la morte. Mi sono chiesto spesso come Cristo Risorto sia entrato nel cenacolo con i suoi discepoli a porte chiuse (cfr. Gv 20,19); gli apostoli infatti “pieni di paura credevano di vedere un fantasma”, ma Gesù mostrò loro mani e piedi e chiese loro di toccarlo; e quando non credettero, domandò loro da mangiare e mangiò davanti a loro (cfr. Lc 24,37-43). Siamo un popolo che crede nella risurrezione, come afferma l'apostolo Paolo: “così la risurrezione dei morti: è seminato nella corruzione, risorge nell’incorruttibilità; è seminato corpo naturale, risorge corpo spirituale” (1 Cor 15,42.44). Questo suggerisce che “l'uomo di carne" è un corpo naturale, non spirituale. Se smette di respirare, muore. Quanto allo spirito, non ha corpo, e quindi non respira, perché è tutto respiro. Ma Gesù risorto respirava e respira ancora. Tuttavia, il suo corpo non è più “carne”, nel senso di cui parla Paolo, ma è un corpo spirituale, cioè glorificato e attributi della gloria sono l’immortalità e l'incorruttibilità.
Per le persone di oggi, indottrinate inconsciamente da TV ed Internet soprattutto attraverso la pubblicità dei prodotti in un mercato spietato di consumatori, il corpo diventa un idolo: sempre giovane, aggraziato, attraente, atletico, forte, sessualmente seducente… ecc. In fondo, tutti desiderano non ammalarsi o non invecchiare. Quasi ogni pubblicità, anche se riguarda un'auto o un frigorifero, include una ragazza semi-nuda o un giovane palestrato e muscoloso. Il corpo è una merce a buon mercato mentre tutti i beni sono diventati molto costosi. I corpi, soprattutto quelli dei semplici e dei poveri, vengono usati senza pietà dai potenti a loro beneficio personale, come vediamo nelle guerre che mietono i corpi di milioni di uomini e donne come fossero cose.
Ho trascorso con mia madre malata 33 giorni, durante i quali le sue condizioni sono progressivamente peggiorate fino a perdere lucidità; la sua memoria ed il suo corpo si sono indeboliti a tal punto che aveva bisogno di qualcuno che la servisse in tutto. Da oltre due decenni non avevo trascorso tanto tempo con mia madre. Durante i giorni della malattia ho cantato per lei e con lei, l'ho nutrita, le ho dato da bere, l’ho curata, l'ho vestita e pulita, le ho lavato i piedi con reverenza e le ho fatto il bagno con modestia, le ho pettinato i suoi capelli, fini come seta; in quel mese con lei ho avuto la grazia di restituirle almeno in parte tutto ciò che mi aveva donato in tanti anni. Ridevamo e scherzavamo; in alcuni momenti la stanchezza e la disperazione hanno avuto la meglio e talvolta ho anche alzato il tono della voce, quando per esempio si rifiutava di mangiare e mi sembrava necessario impormi per aiutarla. Le ho chiesto perdono per questo; lei mi ha perdonato e ha chiesto a Dio di perdonarmi e - secondo la sua espressione - “Dio si compiaccia di te!”. Le ho detto fino alla nausea quanto l'amavo, e ogni volta, nonostante il dolore e fino all'ultimo respiro, lei mi rispondeva con il suo accento libanese: "Ti voglio bene anch'io". Le ho detto e ripetuto quanto mi era e mi sarebbe mancata, e lei ha risposto dolcemente: “Anche tu”. Benedette le lacrime che mi sgorgavano e che mi preparavano al distacco mentre la guardavo indebolirsi ogni giorno di più; non temevo più il pericolo di un'infezione, e molte volte ho baciato le sue morbide mani, la sua fronte e le sue guance.
Abbiamo pregato insieme e ringraziato Dio per tutto. Mi ha assicurato che non aveva paura della malattia e della morte... Ha esalato l'ultimo respiro ripetendo: "Con i tuoi dolori, Gesù". Il suo atteggiamento, la sua pazienza e il suo abbandono nella malattia sono per me un’eredità preziosa, lezione di fede, così come nella mia infanzia mi aveva insegnato a pregare. L'ho vista consegnarsi al Misericordioso e l'ho sentita gridare: "Signore, salvami! Gesù, prendimi! Vergine Santissima, mi rifugio in te". L'ho vista sottomettersi al suo Creatore, nell'attesa che «Dio sia tutto in tutti in ogni cosa» (cfr. 1 Cor 15,28).
Il corpo debole di mia madre mi ha insegnato molte cose, la prima delle quali è la vanità del mondo; mi ha insegnato la pazienza; mi ha spinto ad umiliarmi davanti alla sua “grandezza” e alla grandezza del Suo Creatore. La nudità di mia madre mi ha aiutato a superare il mio imbarazzo e confusione davanti al corpo femminile e al problema del mio rapporto con esso in quanto uomo orientale e monaco consacrato nella castità. Il suo corpicino sfinito mi rivelava segreti che ignoravo; mi ha riconciliato con un corpo di donna che non avevo mai visto nudo, a lungo desiderato e rispettosamente evitato, ed ero stato curioso di conoscere e scoprire, anche se nella mia consacrazione monastica ho scelto una relazione diversa con il corpo, il mio corpo prima e poi con il corpo della donna.
L'esperienza con mia madre malata mi ha liberato dai tabù imposti da una società severa e da un’educazione religiosa acritica. Questa esperienza mi ha mostrato la santità e la bellezza della vita che non tramontano con la vecchiaia e non diminuiscono con la malattia; inoltre mi ha introdotto al dolce profumo di Cristo che ci conduce di vita in vita. (cfr. 2 Cor 2,15-16). La pandemia ci ha imposto dolorose restrizioni e ha causato gravi danni a molti popoli e paesi. Tuttavia, è un'occasione d'oro per imparare ciò che è importante e ciò che è essenziale. La domanda è: abbiamo, noi e l’umanità tutta imparato? Ognuno di noi è invitato a rallegrarsi ogni giorno delle persone che ama. Serviamo i nostri genitori e nonni, esprimiamo loro il nostro amore prima che sia troppo tardi. Non vale la pena litigare; non lasciamo che l'orgoglio ci impedisca di chiedere il perdono e cercare la riconciliazione con coloro che abbiamo offeso; non vergogniamoci di dire “ti voglio bene” o non rimandiamo a domani la parola "ti amo", anche senza occasioni speciali. Domani potrebbe essere troppo tardi!
Dopo la morte di mia madre ho messo in ordine i suoi effetti personali, alcuni vestiti consumati, un pettine per capelli, forbicine per unghie, occhiali, una pila, un accendino, le sigarette … Al termine della vita, mia madre Teresa non aveva altro che una piccola somma di denaro, quella che io le avevo consegnato nei mesi precedenti. La sua povertà, pari a quella degli eremiti, ha fatto vergognare me che ho fatto voto di povertà. Quanto era orgogliosa della mia consacrazione! Ultimamente dimenticava i nomi di molte cose e persone, ma diceva a quanti erano intorno al suo capezzale: "Mio figlio è monaco a Deir Mar Musa". Era attaccata a Dio Onnipotente che l'ha resa libera: "Dove c’è lo Spirito del Signore, c'è libertà". (2 Cor 3,17).
Grazie, mamma! Tuo figlio, monaco Jihad.
La cosa più importante che abbiamo vissuto quest’anno è stato il Capitolo – la riunione annuale di tutta la Comunità – rinviato da settembre 2020 alla primavera 2021 a causa del Coronavirus. Durante il nostro Capitolo, svoltosi nel monastero madre di Mar Musa dal 18 maggio al 4 giugno, alla presenza di tutti i membri professi della Comunità, abbiamo anche svolto la cosiddetta “Sinossi elettiva”. È stato molto più di un semplice appuntamento annuale di routine; è stata un’importante e articolata tappa nella storia del nostro nascente ordine, quasi un evento fondatore, per orientare la nostra piccola “barca”. Così abbiamo scelto con convinzione e gioia di andare avanti nella nostra consacrazione monastica sulla base delle nostre tre priorità: preghiera, lavoro manuale e ospitalità, nell'orizzonte dell'armonia, dell'amicizia e della stima reciproca con l'Islam e i musulmani, che amiamo in nome di Cristo, a misura del Suo Amore.
Il Capitolo è stato un’occasione di preghiera, contemplazione e presenza comune davanti a Dio, con la consapevolezza delle nostre debolezze e dei nostri limiti; è stato anche uno spazio per una revisione trasparente e schietta, anche se talvolta dolorosa, delle nostre relazioni personali, precedentemente tese per molte ragioni; questo ci ha permesso di ridare fiducia gli uni agli altri e ricevere in noi la fiducia di Dio Altissimo. Durante il Capitolo abbiamo valutato i nostri progetti di carattere educativo e umanitario; abbiamo considerato il nostro rapporto con la Chiesa Universale e locale e con i Cristiani orientali, sia quelli che sono rimasti in Medio Oriente, sia quelli emigrati ai quattro angoli della terra. Abbiamo riflettuto a lungo sull’eredità spirituale consegnataci dal fondatore della nostra Comunità, padre Paolo Dall’Oglio, e su come far fruttificare il nostro carisma per il dialogo religioso e in modo speciale con l’Islam; abbiamo cercato di esaminare le sfide a cui è chiamata la Chiesa, con i suoi punti di forza e di debolezza. In breve, qual è la volontà di Dio nella nostra vita in questo momento storico.
Il Capitolo ha portato all'elezione di fratel Jihad Youssef ad Abate della Comunità e di fratel Jacques Murad come economo e vice-superiore. Era presente il reverendo padre Michel Naaman, corepiscopo (titolo onorifico per le chiese orientali) di Homs e amico di lunga data della Comunità, che ha effettuato lo scrutinio dei voti, rendendo così ufficiali ed ecclesiali le scelte che ne sono scaturite.
La Comunità monastica ha espresso la sua profonda gratitudine e sincero apprezzamento a suor Houda per il ruolo svolto come Abbadessa della Comunità, non solo nei tre anni e mezzo successivi alla sua elezione nel settembre 2017, ma fin dal 2012; ha infatti saputo servire la Comunità con amore e sincerità secondo le sue capacità, limiti e talenti, e ha portato sulle spalle un grande fardello; Dio che ha promesso il centuplo a coloro che donano tutto, saprà certo ricompensarla con una corona di gloria e di gioia spirituale.
Il Capitolo ci ha permesso di riaffermare il ruolo preziosissimo dei laici nella Chiesa in generale e nella nostra Comunità in particolare. Riconosciamo inoltre prioritario ed importante continuare a curare e sviluppare nelle diverse parti del mondo, il rapporto con i nostri amici, di diverse chiese e religioni, appartenenze spirituali e culturali, sia credenti o diversamente credenti. La Comunità esprime una speciale gratitudine alle “Associazioni Amici di Deir Mar Musa” in Italia, Francia e Svizzera, che ci accompagnano con perseveranza, amore e generosità, attenti ai nostri bisogni materiali e morali. Manifestiamo la stessa gratitudine alle Organizzazioni cattoliche, alle altre Istituzione cristiane e agli Organismi ufficiali e non governativi che da anni ci sostengono e sono partner del cammino condiviso al servizio della pace, della giustizia e della ricerca del bene comune di tutta l'umanità.
Alla fine del Capitolo I monaci e le monache si sono distribuiti così nei conventi della Comunità: Jacques, Houda, José, Jawdat e Jihad nel monastero di Mar Musa; Deema e Carol nel monastero di San Salvatore a Cori (Italia); Jens e Friederike nel monastero della Vergine Maria a Sulaymaniyah (Iraq). Le monache hanno espresso la loro disponibilità a frequentare a turno Mar Musa in modo che suor Houda non rimanga l'unica monaca presente.
Questa estate Dio ci ha benedetto con l’arrivo di due persone che hanno avviato un tempo di discernimento a Deir Mar Musa: Denver Michelle Beattie, amica della Comunità da diversi anni, che ha iniziato il postulandato il 20 settembre e don Mario Foglia Parrucin, sacerdote della diocesi di Biella in Piemonte, arrivato il 9 ottobre per un anno di “scambio tra chiese”, come ha espressamente voluto il suo Vescovo Roberto Farinella con un accordo con il Patriarca della nostra Chiesa Siro-Cattolica. Dio conceda loro il discernimento della Sua volontà. Noi continuiamo a pregare per le vocazioni sacerdotali e monastiche di tutta la Chiesa, ricordando sempre che la vocazione comune di tutti è la santità.
Fratel Jacques
Jacques ha trascorso quest'anno a Mar Musa pregando e lavorando in ufficio ed in cucina, dove ha anche fatto ottime marmellate, come quella di rose, secondo la tradizione di Aleppo. Ha svolto il suo servizio spirituale e sacerdotale, sia nella Comunità che nelle parrocchie e nelle comunità religiose, secondo le diverse richieste in Siria o in Iraq. All'inizio di settembre si è recato in Italia per seguire le cure mediche, rinnovare il permesso di soggiorno e partecipare anche ad alcuni incontri e attività con amici in Europa. La presenza di un sacerdote della Comunità a Cori conferisce un carattere speciale all'accoglienza e alla vita di preghiera nel Monastero San Salvatore. Jacques tornerà, a Dio piacendo, a Deir Mar Musa per trascorrere il Natale e per assumere i suoi nuovi incarichi.
Suor Houda
Houda è stata superiora della Comunità fino a quando non ha affidato l'incarico al nuovo superiore. Ha poi trascorso un periodo a Cori ed ora vive la sua vita monastica con semplicità e generosità a Mar Musa. Si prende cura del lavoro che le è affidato e lo svolge serenamente, soprattutto dopo essersi liberata dal peso della responsabilità. La sua presenza in monastero è caratterizzata da spontaneità e gioia. Houda è tornata a disegnare; i suoi quadri sono semplici e profondi, frutto di meditazione e preghiera. Speriamo che Houda possa prendersi del tempo per riposare dopo aver servito in questi lunghi anni e dedicare più tempo a ricevere le persone, ascoltarle e aiutarle spiritualmente.
Fratel Jens
Jens continua ad occuparsi del monastero della Vergine Maria nel Kurdistan iracheno. In lui vediamo la serietà nei vari progetti che verranno menzionati in seguito e la fedeltà nel servizio apostolico a beneficio dei sui "parrocchiani", cristiani irakeni sfollati, ed altri stranieri, asiatici ed europei che lavorano a Sulaymaniyah e frequentano la Chiesa del Monastero. Jens spesso si reca in Europa per la nostra Comunità e ne approfitta per visitare a Berlino sua zia anziana.
Suor Deema
Deema è stata a Deir Mar Musa durante la prima metà di quest'anno, svolgendo diversi compiti ed anche gareggiando con Jacques nella preparazione delle deliziose marmellate di albicocche. Ha sistemato l'archivio del monastero, che era stato accatastato per anni in scatole, lavorando da sola fino a tarda notte. Con l'aiuto di Jens e altri, ha curato il riordino dei libri della biblioteca, sistemando quelli ancora riposti negli scatoloni, rendendone più facile la consultazione. Deema si è recata a Cori a metà agosto per iniziare il suo percorso di ricerca per conseguire il dottorato in Teologia Dogmatica presso l'Università Gregoriana di Roma.
Fratel Yausse
Yausse ha ripreso con gioia e generosità il suo lavoro nell'officina delle candele e dei rosari. Copre il fabbisogno di candele della Comunità, oltre a quello di candele e rosari di altri monasteri cattolici e ortodossi. Ha ampliato la sua attività in questo campo dando opportunità di lavoro ad alcune ragazze di Damasco che dopo un breve tirocinio, lo aiutano. Ora lo attende una grande sfida: smettere di fumare; preghiamo tutti per lui.
Suor Carol
Carol ha avuto il merito di aver organizzato e curato con lungimiranza e professionalità il dialogo durante i lavori del Capitolo; tutti abbiamo toccato con mano e apprezzato ciò che Dio le ha donato, in particolare la sua competenza in psicologia per aiutarci ad instaurare una dinamica relazionale che ha aiutato tutti ad uscire da se stessi, ad ascoltarsi, a confrontarsi sia in gruppo che individualmente; questo ci ha permesso di lavorare con grande utilità e profitto. Carol è tornata a Cori dopo aver trascorso in Libano un breve periodo con sua madre malata, e ora sta portando avanti con entusiasmo la sua tesi di dottorato in studi islamici su "La chiamata di Dio all'uomo nel Corano".
Suor Friederike
Friederike si è recata più volte in Germania per accudire sua madre anziana e malata. Prendersi cura di sua madre è un dovere evangelico che compie a nome di tutti noi. Dopo il Capitolo, Friederike è rimasta a Deir Mar Musa fino a fine luglio e la sua presenza attenta ed empatica ha aiutato ogni fratello e sorella a continuare il dialogo iniziato nel Capitolo. Ora è rientrata nel monastero della Vergine Maria a Sulaymaniyah, collabora con Jens nella gestione della vita e delle attività del monastero e segue il laboratorio teatrale che ha anche una finalità terapeutica, cercando così di aiutare le persone ad elaborare alcune ferite profonde; tale attività ha visto notevoli progressi sin dal suo inizio, diversi anni fa.
Novizio Jawdat
Jawdat, nel suo secondo anno di noviziato, mostra una grande curiosità per imparare cose nuove, e cerca di organizzare la sua vita spirituale e monastica con l'aiuto di Jacques. Sta migliorando le sue capacità di relazione con gli altri ed è più propositivo: questo è di buon auspicio. Certamente ha ancora bisogno di maturare la sua chiamata prima di giungere ai voti.
All’inizio di ottobre ha temporaneamente lasciato Mar Musa per un’esperienza di servizio nella città di Aleppo; sta vivendo questa opportunità presso i fratelli Maristi, partecipando con entusiasmo e gioia alle loro numerose attività educative ed assistenziali. Ci auguriamo che questa esperienza ricca e sana, che permette a Jawdat di incontrare e confrontarsi in special modo con giovani della sua età, lo aiuti nella sua maturazione, recuperando quelle esperienze che il clima di guerra ha impedito alla sua generazione di vivere. Dio conceda a questo caro fratello luce, discernimento e gioia!
Fratel Jihad
Jihad ha continuato il suo impegno come economo e vice-superiore fino a quando non è stato eletto abate, sostituendo suor Houda. Come lui stesso ha raccontato all’inizio di questa lettera ha avuto la grazia di poter rimanere accanto a sua madre malata nelle sue ultime settimane di vita. Tutti i membri della Comunità l’hanno amata e la ricordano con affetto. Durante l'estate Jihad ha lavorato alacremente alla sua tesi di dottorato in teologia biblica, concernente un commentario sul Deuteronomio dell’undicesimo secolo dello studioso Abdullah Ibn at-Tayyib; a questo riguardo ha avuto la preziosa e generosa collaborazione di Denver, nel rivedere il testo inglese. A Dio piacendo Jihad difenderà la sua tesi all'inizio del 2022 a Roma. Nel frattempo, continua ad organizzare e supervisionare i progetti del monastero con l'aiuto dei membri della Comunità presente in Siria. Vi chiediamo di pregare per lui per la sua nuova missione.
Monastero di Mar Musa al-Habashi - Nebek, Siria
Anche quest'anno, purtroppo, a causa delle precauzioni necessarie per la pandemia, non abbiamo potuto ricevere i visitatori come avremmo voluto, essendo nell’impossibilità di igienizzare i luoghi comuni, in particolare la chiesa. Ci siamo limitati ad alcune brevi visite per piccoli gruppi di 3 o 4 persone, concedendo di pernottare solo ad una o due persone al massimo. La situazione sanitaria in Siria è al momento ancora difficile, con un notevole aumento di contagi nei mesi di ottobre e di novembre. Chiediamo a tutti di stare attenti invocando da Dio sollievo e misericordia.
Perseverando nella preghiera e nella pazienza, aspettiamo la nomina del nuovo Arcivescovo della nostra diocesi di Homs-Hama-Nebek. Nel frattempo Sua Beatitudine il Patriarca Mor Ignatius Joseph III Younan ha nominato nel mese di ottobre, Sua Eccellenza Rami Kabalan Amministratore Patriarcale, in attesa del nuovo arcivescovo. La Comunità ringrazia Sua Beatitudine il Patriarca per il suo diretto interesse durante la vacanza della sede episcopale. Nella sua visita al monastero di Mar Musa al-Habashi a metà giugno ha incontrato l'intera Comunità monastica ed ha celebrato la Divina Liturgia nella chiesa del monastero, benedicendo la Comunità monastica e sottolineando la comune consacrazione al servizio del Regno.
Il 2 novembre abbiamo avuto l’onore e la gioia di accogliere i cardinali Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali e Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco. La visita è stata amichevole e informale e ci ha permesso di avvertire la cura paterna che la Sede Apostolica mostra nei confronti della nostra Comunità. Abbiamo pregato insieme a loro, ai segretari e ai nostri collaboratori per padre Paolo, per tutti i rapiti e per la pace in Siria e nel mondo. Dopo una tazza di caffè e di mate i due prelati hanno benedetto la Comunità proseguendo il cammino per Damasco.
https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2021-11/sandri-siria-viaggio-buoni-samaritani.html
Continuiamo a seguire con attenzione i nostri progetti abituali e ne abbiamo di nuovi.
La scuola di musica sta procedendo e abbiamo partecipato all'iniziativa de “L’Orchestra dei popoli” composta da cinque orchestre di cinque continenti (Argentina, Repubblica del Congo, Papua Nuova Guinea, Italia e Siria) che hanno eseguito il brano musicale “Canto prossimo”, composto appositamente come preghiera a Dio Creatore, che è stata recitata da Papa Francesco nella sua enciclica “Fratelli tutti”. (Cfr. https://casaspiritoarti.it/it/progetti/la-rete-delle-piccole-orchestre-dei-popoli ) Alcuni membri dell'orchestra hanno visitato il Teatro dell'opera di Damasco, dove il direttore li ha accolti e incoraggiati a collaborare con il Teatro e stringere un'amicizia durevole.
Per quanto riguarda l'asilo al-Qalamoun, va sempre meglio e, come al solito, le richieste di iscrizione eccedono la capienza dell'asilo; per questo speriamo di finire presto la costruzione del nuovo complesso (Asilo/Centro Pastorale) in modo da poter accoglier un maggior numero di bambini. Il successo dell'asilo ha spinto molti abitanti di Nebek a chiederci anche l'apertura di una scuola elementare: richiesta per noi impossibile, conoscendo i nostri limiti. Con la supervisione di Adib Khoury, la nostra casa editrice prosegue nel lavoro di preparazione per la stampa di testi di conferenze e seminari di dialogo avvenuti nel monastero di Mar Musa al tempo di padre Paolo; speriamo con fiducia che qualche benefattore li sostenga finanziariamente.
La necessità di cure mediche per la popolazione è in costante aumento, per non parlare del trattamento contro il cancro, irragionevolmente costoso. Continuiamo con fiducia anche in questo campo ad aiutare secondo le nostre capacità e la generosità dei benefattori: che Dio li ricompensi con il centuplo promesso.
Inoltre, siamo ancora impegnati ad aiutare circa quarantacinque studenti e studentesse a studiare nelle università di Damasco e Homs, contribuendo alle spese di trasporto e di affitto delle stanze e alle spese universitarie. Per gli studenti siriani che si recano nelle università italiane la nostra Comunità facilita i contatti per ottenere borse di studio grazie all'aiuto di amici: professori universitari, benefattori, famiglie, comunità religiose, associazioni ed ONG che accolgono gli studenti nelle loro case ed offrono vitto e alloggio. Ringraziamo tutti per il loro sostegno, sperando che questi giovani uomini e donne siano presto in grado di contribuire con le loro competenze ad un futuro migliore per la Siria ed il mondo.
All'inizio di ottobre, abbiamo ripreso ad aiutare alcuni bambini per le cure presso l'ospedale “Bambin Gesù” di Roma. Inoltre, grazie a Dio e alla solidarietà dei nostri generosi amici, siamo stati in grado di fornire assistenza per il riscaldamento a circa 350 famiglie di Qaryatayn, Nebek e altre aree.
Quest'anno, la produzione dell’orto della Valle del Monastero è stato abbondante, producendo pomodori, zucchine, cetrioli, peperoni, zucche, ecc. Abbiamo finalmente potato l’uliveto in modo corretto dopo tanti anni. Quanto alla stagione delle olive, il raccolto è stato scarso ma di ottima qualità, sufficiente ad assicurare le provviste annuali di olive verdi e nere, ma non di olio. Abbiamo anche iniziato ad ampliare i terrazzamenti degli olivi piantati in campi scoscesi, così da facilitare la raccolta e di aumentare la sicurezza.
Il lavoro agricolo è importante indipendentemente dall’effettiva produzione: prendersi cura della natura ha infatti un valore umano e religioso, oltre che ambientale ed estetico.
Una delle nostre principali preoccupazioni riguarda la discarica di Nebek, situata lungo la strada del monastero, che negli ultimi anni è molto cresciuta a causa della guerra, dell'abbandono e della mancanza di una seria capacità gestionale e finanziaria. Abbiamo ripetutamente allertato le autorità competenti e chiesto aiuto ai dipartimenti ufficiali dello Stato, senza alcun risultato. Tuttavia la situazione sta migliorando grazie ad un’iniziativa congiunta del comune di Nebek e di una organizzazione locale, chiamata "Insieme Nebek è più bella", a cui partecipiamo nell’ambito delle nostre possibilità. Il risultato per ora è ottimo: i rifiuti sparsi sono stati raccolti e scaricati in un luogo adatto, la strada che conduce alla discarica è stata asfaltata per facilitare l'accesso dei camion della spazzatura, sono state piantate decine di alberi nella ex discarica per formare un’area verde. Sarà utile e necessario che questi sforzi non vadano persi nel vento.
La nostra Comunità non avrebbe potuto realizzare tutti questi progetti senza la presenza di una squadra di collaboratori, la maggior parte dei quali ha trascorso gran parte della vita lavorando nel monastero, come Amin, Marwan, Hussein, Abu Riad, Nicola, Youssef Hanna, Diab e altre che la Provvidenza ci ha donato recentemente. Dio li benedica tutti.
Il nostro amico Youssef Bali vive ormai con noi da sedici anni, pregando, lavorando e “servendo il Signore” come ama dire. In luglio è arrivato al monastero Joseph, un uomo originario della Valle dei Cristiani che aveva bisogno di un luogo ed un tempo per rimotivare la propria vita; Joseph collabora alla vita del monastero, impegnandosi in lavori manuali di manutenzione, ed aderisce volentieri alla nostra vita di preghiera. Lo affidiamo al Signore perché dopo questo tempo provvidenziale possa riprendere con gioia il suo cammino nel mondo.
Resta da presentarvi un magnifico esemplare di gatto a pelo lungo proveniente dal Libano: non passa inosservato e sa come attirare l'attenzione dei visitatori e dei residenti al monastero, Houda inclusa. Lo consideriamo un gatto monaco con due soli voti, povertà e obbedienza, perché lo abbiamo dispensato dal voto di castità.
Infine, la responsabilità del monastero di Mar Elian a Qaryatain è stata trasferita all'arcidiocesi di Homs, Hama, Nebek a seguito di un discernimento delle autorità ecclesiali. Da circa un anno quindi la nostra Comunità ha cessato di essere incaricata del monastero.
Monastero di San Salvatore - Cori
I lavori di restauro nel monastero si sono fermati a causa delle complicazioni causate dalla pandemia. Speravamo che i lavori fossero completati durante il periodo del Capitolo quando tutti i membri erano in Siria e quindi il monastero di Cori era vuoto, ma non è stato così.
L'incontro islamo-cristiano “Insieme a Maria per la pace e la convivenza” e la Settimana delle “Porte Aperte” non hanno potuto realizzarsi sempre a causa della pandemia. Anche il resto delle normali attività è stato limitato a quello che si poteva fare online, come l’appuntamento settimanale della preghiera serale del sabato e l’incontro islamo-cristiano del 4 febbraio, in occasione della Prima Giornata Internazionale della Fratellanza Umana, oggetto dell’incontro di Abu Dhabi tra Papa Francesco e il Gran Imam di al-Azhar, Ahmed al-Tayeb. Per l’estate 2022 stiamo organizzando la settimana di “Porte Aperte” in luglio o agosto, inshallah, se Dio vorrà.
Condividiamo con gioia la presenza di tre famiglie siriane residenti a Cori, musulmane e cristiane e la famiglia di Emma e Peter, nostri amici inglesi da lungo tempo, che si sono sposati a Cori, hanno battezzato i loro due figli e vi hanno perfino acquistato una casa per le vacanze estive, volendo rimanere più vicini possibili alla Comunità; questo ci rende maggiormente legati a questa affascinante città e alla sua gente generosa. Inoltre, la sollecitudine paterna nei nostri confronti di Sua Eccellenza Mariano Crociata, Vescovo di Latina, aumenta la nostra convinzione che Dio ha benedetto la nostra presenza lì; preghiamo insieme chiedendo la grazia di essere all'altezza delle nostre responsabilità. Ci auguriamo che l'epidemia finisca il più rapidamente possibile in modo da poter vivere la nostra vocazione di presenza orante in Europa per l'amicizia cristiano-musulmana, evitando così che la nostra presenza sia una mera presenza studentesca, per quanto importante e necessaria per la formazione permanente.
I lavori di restauro della chiesa sono ripresi lentamente all'inizio di ottobre, e ci auguriamo che questa fase venga completata al più presto; questo ci consentirà di utilizzare la chiesa dopo una lunga interruzione che dura dal dopo guerra. Si aprirà così la strada anche a iniziative private per finanziare il restauro degli affreschi, come è avvenuto per il dipinto murale “La Madonna del Carmelo” e l’affresco centrale “La Circoncisione”.
Dopo tanti anni, c’è stato un cambio a livello pastorale; ringraziamo sinceramente don Angelo Buonaiuto, nostro parroco per una decina di anni, e suoi assistenti don Giovanni Grossi e don Leonardo Chiappini per il sostegno, l'amicizia e la collaborazione che ci hanno dimostrato e chiediamo a Dio di concedere a loro pace e gioia nelle nuove parrocchie. Preghiamo anche per il nuovo parroco, don Gianpaolo Bigioni e il suo assistente don Alessandro Aloè, che con l’aiuto di don Romano Pietrosanti, che è rimasto a Cori, continueranno il servizio. Vogliamo stringere con loro legami di amicizia e collaborazione per la gloria di Dio e il bene comune di tutti.
Condividiamo con voi il nostro dolore di aver perso in terra, nel mese di gennaio, don Ottaviano Maurizi, membro onorario della nostra Comunità, che ci è stato per lunghi anni padre, amico e guida, permettendoci di radicarci profondamente nella città di Cori. Siamo tuttavia felici di aver guadagnato un intercessore in Cielo.
Monastero della Vergine Maria – Sulaymaniyah
Nel nostro monastero di Sulaymaniyah si è formato un gruppo di lavoro in grado di camminare in autonomia anche in assenza di fr. Jens. La nostra speranza è di sviluppare questa “squadra” e creare un'associazione di amici e laici, in grado di portare avanti attività e progetti nel caso in cui non potessimo più essere in grado di garantire una presenza durante tutto l'anno.
Nell'ambito dell'iniziativa “Dangakan” (voci in curdo), siamo riusciti ad organizzare un corso di lingua araba, curda e inglese per quasi 100 giovani e adulti. Inoltre 173 ragazzi e ragazze hanno partecipato a lezioni estive, che includevano le stesse lingue, oltre alla matematica e naturalmente anche giochi per sviluppare abilità sociali e tecniche. Nelle aree di “Kaneh Kawa” e “Kop Tapeh” più di 100 ragazzi e ragazze hanno partecipato ad un percorso simile ed abbiamo organizzato delle lezioni di alfabetizzazione per 40 persone che, per un motivo o per l'altro, non potevano andare a scuola.
All'inizio dell'estate, il laboratorio di teatro ha messo in scena "Lettera al generale", il cui testo è stato scritto dal direttore Radwan. Il risultato è stato il miglior spettacolo nella storia del gruppo di teatro di Sabun Karan. Continua la collaborazione con il regista tedesco Stephan Ottini, Paolo Accardo e suor Friederike per seguire il percorso del laboratorio teatrale e per effettuare visite ai campi profughi e offrire momenti di aggregazione ai bambini.
“Il Forum” (spazio comune di riflessione intellettuale) ha continuato con i “circoli di lettura” e sono stati discussi quattro libri con la partecipazione di almeno 30 persone. La musica utilizzata come accompagnamento ha aggiunto all'incontro un'atmosfera speciale. Anche i bambini hanno avuto la loro parte nell' "angolo lettura" dove li abbiamo incoraggiati a leggere libri in gruppi di 5-6 bambini. Abbiamo cercato di fornire libri in arabo, ma soffriamo per la mancanza di libri per bambini in curdo.
Quest'estate abbiamo iniziato a discutere l'idea di seminari di dialogo con un gruppo di professori di scienze religiose islamiche presso l'Università statale di Sulaymaniyah. I temi proposti riguardano i ruoli dell'uomo e della donna nella società, le minoranze e la maggioranza, il dialogo religioso.
All'inizio di settembre siamo riusciti ad avviare uno dei centri “Jesuit Worldwide Learning” (JWL) e abbiamo ospitato due dei loro corsi diventando così il loro più grande partner in Iraq. Speriamo di attirare più studenti il prossimo anno. (www.jwl.org).
Abbiamo rinnovato il salone al piano terra per far fronte all'estrema umidità al suo interno. L'opera più importante è però il restauro della chiesa, che ha subito in passato diverse modifiche strutturali; l’intento attuale è di riportarla il più possibile alla forma originale; ci auguriamo che i lavori vengano ultimati all'inizio del l'anno prossimo. Da settembre 2019, ospitiamo quattro suore indiane di una congregazione francescana; esse stanno studiando l'arabo e il curdo per svolgere la loro missione in una casa per anziani e una scuola nella città di Kirkuk, fondate dall’arcivescovo della nostra diocesi Youssef Tomas. L'anno scorso le suore abitavano al primo piano del monastero dove era situata la biblioteca. Quest'anno risiedono nella casa prevista per le nostre monache; il piano in cui vivevano sarà trasformato in ufficio; la biblioteca è stata trasferita ora al secondo piano.
Cari amici ed amiche, lodiamo Dio Altissimo per il Suo grande amore. Vi ringraziamo per i vostri doni, piccoli o grandi che siano, ma comunque generosi, inviatici direttamente o tramite le associazioni di amici a noi legate. La vostra solidarietà tangibile ci rafforza ogni volta e ci consente di andare avanti nella nostra vita quotidiana e di stare al fianco di persone che hanno bisogno di aiuto. Vi ringraziamo perché con le vostre donazioni contribuite alla pratica della misericordia. Vorremmo ringraziare uno ad uno, come sarebbe giusto, cari amici e amiche di tutto il mondo, per il vostro sostegno spirituale, morale e materiale. Tuttavia, a causa delle difficoltà logistiche e della mancanza di tutti i vostri indirizzi, ciò non è possibile.
Chi ha letto la nostra lettera l'anno scorso noterà che questa sezione è quasi identica. La situazione economica in Siria sta ancora peggiorando, e le ragioni sono molte, alcune interne, come favoritismi e corruzione, e altre esterne, come le sanzioni internazionali e la “Legge di Cesare”, che potremmo anche chiamare “Legge del Faraone” il quale si è fatto tiranno perché nessuno gli ha tenuto testa. Il lavoro è poco e sottopagato, per cui uno stipendio solo non è sufficiente per mantenere o mettere su famiglia; anche la doppia retribuzione rimane al di sotto del livello necessario per una vita dignitosa. La gente soffre ancora per la mancanza di elettricità e di beni di base come gas, benzina e gasolio per il riscaldamento e per il funzionamento delle fabbriche; il tempo di attesa delle code davanti ai fornai per comprare il “pane del povero” è ancora lungo. La difficoltà delle cure mediche e l'alto costo dei medicinali continuano senza sosta. Conosciamo un padre di famiglia che ha messo in vendita la sua casa e il suo terreno per restituire un debito contratto per curare uno dei suoi figli; la stessa situazione riguarda molti come lui che vogliono salvare un genitore dalla morte a causa di un cancro maligno o della necessità di dialisi. Nonostante ciò, esistono persone che possono permettersi di ricevere cure in ospedali privati, di comprare pane, gas, gasolio e benzina al “mercato nero”, chiamato “mercato libero”, che è in verità il “mercato degli schiavi” controllato dalle mafie.
Non stanchiamoci di pregare per la pace e la giustizia in tutto il mondo, e per l'amicizia islamo-cristiana, per una possibile fratellanza universale che unisce tutti, di diverse religioni o appartenenze, religiose e non. Lavoriamo con i nostri fratelli e sorelle di altre Chiese per vivere la testimonianza del Vangelo che trascende ogni appartenenza, anche ecclesiale; in tal modo riusciremo a superare le divisioni storiche basate su fondamenta obsolete. Chiediamo a Dio di demolirle sostituendole con la roccia dell'unità. Abbiamo capito che siamo molto limitati e che l'unico modo per espandere i nostri limiti è l'altro, soprattutto il povero. Più ci apriamo a lui, più ci espandiamo.
Auguriamo a tutti voi un glorioso Natale e un Nuovo Anno pieno di pace, consolazione spirituale e gioia.
La Comunità Monastica al-Khalil di Deir Mar Musa
Dicembre 2021
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Qualora desideriate inviare la vostra offerta per uno scopo specifico, vi preghiamo di indicarlo nella causale. Non scrivere mai SIRIA nell’oggetto del bonifico.
Se informate la Comunità (fr.jihad.youssef@gmail.com) o l’Associazione Amici di Deir Mar Musa amicideirmarmusa@gmail.com) delle donazioni effettuate, sarà possibile verificare il ricevimento dei bonifici e potremo ringraziarvi, come desideriamo.
Per comunicazioni particolari legate alle donazioni, vi preghiamo di scrivere a: amicideirmarmusa@gmail.com.