Il Papa ha detto all’Angelus di Domenica 7 agosto a proposito della situazione in Siria: " Cari fratelli e sorelle,seguo con viva preoccupazione i drammatici e crescenti episodi di violenza in Siria, che hanno provocato numerose vittime e gravi sofferenze. Invito i fedeli cattolici a pregare, affinché lo sforzo per la riconciliazione prevalga sulla divisione e sul rancore. Inoltre, rinnovo alle Autorità ed alla popolazione siriana un pressante appello, perché si ristabilisca quanto prima la pacifica convivenza e si risponda adeguatamente alle legittime aspirazioni dei cittadini, nel rispetto della loro dignità e a beneficio della stabilità regionale"
La Comunità di Deir Mar Musa al Habasci, nella montagna di Nebek, intende trascorrere otto giorni di digiuno, preghiera e sakina, per supplicare Dio l’Eccelso, Padre di Misericordia, per ottenere la riconciliazione tra i cittadini sulla base di una comune scelta per la non-violenza come unico metodo in grado di garantire una riforma duratura, senza scivolare nella guerra civile e il circolo vizioso della vendetta.
Diamo il benvenuto a tutti i fratelli e le sorelle, ai cittadini che intendono partecipare a questo tempo benedetto nei limiti delle loro possibilità. La vostra semplice visita sarà già molto cara al nostro cuore. Chiediamo anche di rimanere in contatto con noi spiritualmente e intellettualmente e attraverso la comunicazione via internet.
Speriamo che tutti i nostri fratelli, amici e cittadini della Siria, di qualsiasi orientamento, ci accompagneranno in quest’atto di devozione. Piangiamo tutti i nostri “martiri”; essi sono nostri figli, fratelli e padri ... Speriamo di toccare il cuore di tutti coloro che sono approdati all'uso della violenza, giustificandolo col pretesto della paura, dell’interesse, del dovere, della religione o dell’ideologia. Chiediamo per la Siria il miracolo della riconciliazione, Amen! Lo attendiamo da Dio, nella conversione gli uni verso gli altri dei cuori delle figlie e figli di questa terra. Il nostro paese è ferito, e le anime sono piene di sentimenti di subita ingiustizia e di paura della persona altrui. Ognuno vede l'altro come un pericolo per la comunità, come un nemico della patria; gli è difficile riconoscerlo come un essere umano a lui simile, che ha gli stessi diritti e dignità, anche se li ha egli stesso snaturati.
Tra noi vi è grande disparità nella valutazione degli eventi. L'estremismo ci travolge, distrugge lo spazio per un possibile accordo nazionale nell’ambito della comune vita sociale e spinge le persone a dividersi anche all'interno della stessa casa, dello stesso monastero. Esso finisce col giustificare in ciascuno di noi, più o meno, in un modo o nell'altro, la violenza del campo al quale pensa di appartenere.
Come uscire da questo vortice assassino, che snatura la nostra umanità comune? Come possiamo, d’un lato, realizzare, a favore di tutti, le riforme che alcuni auspicano, mantenendo, d’altro canto, gli aspetti positivi del passato ai quali altre persone restano attaccate? Come si potrà dialogare fra due parti che si considerano reciprocamente come bugiardi, come nemici della patria e dell’umanità?
Recentemente abbiamo cercato di formulare ciò che riteniamo adeguato alla situazione in un articolo intitolato "Democrazia Consensuale per l’Unità Nazionale".
Vogliamo ora affidarci assieme a Dio l’Amico degli uomini, con la supplica, lo dhikr (la ripetizione del nome divino) e il discernimento spirituale. Abbia Iddio misericordia di noi, ci conceda la sua luce, tracci per noi la via della riconciliazione e ci apra la porta del perdono.
La riconciliazione ha, a nostro avviso, diverse porte, anche se sono anch’esse oggetto di dialogo e di negoziato. Ci auguriamo che si apra la porta della libertà di espressione e di stampa, che cresca l’etica degli operatori del settore dei media, all’esterno e all’interno del paese. Infatti, non è possibile sfuggire alla menzogna che attraverso la pluralità delle fonti d’informazione. Oggi, è effettivamente impossibile per qualsiasi paese, l’isolarsi dalla società globale. Dobbiamo quindi cercare un minimo di obiettività, attraverso la pluralità mediatica mondiale, pur essendo coscienti dei suoi limiti e reagendo contro di essi.
La seconda porta alla quale bussiamo è rappresentata dal desiderio dell'uomo di raggiungere un livello di coscienza che gli permetta di risolvere i conflitti senza ricorrere alla violenza, nella maggior parte delle occasioni e delle situazioni. Perciò rifiutiamo qualsiasi proposta d’intervento straniero armato, come rifiutiamo qualsiasi escalation terrorista all’interno del paese, e così pure non possiamo accettare l'uso della violenza praticata per reprimere il movimento pacifico di rivendicazione democratica.
Uno dei principi della Carta delle Nazioni Unite è quello del divieto di interferenza negli affari interni di un paese sovrano. Tuttavia noi consideriamo necessario unirgli un altro principio, quello della solidarietà globale per il bene di tutti i popoli e tutti gli individui. Mentre rifiutiamo, consapevolmente e chiaramente, l'ingerenza straniera armata, alcuni di noi tuttavia ritengono opportuno, data la situazione nel paese, che debba essere organizzata una presenza di movimenti pacifisti provenienti da paesi amici, per aiutare il popolo siriano a realizzare la riconciliazione e la riforma, evitando il ciclo della guerra civile e della vendetta.
Come conseguenza di quanto precede, suggeriamo che il Governo siriano inviti il Comitato internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa assieme ad altre organizzazioni umanitarie internazionali non di parte (come il movimento mondiale degli scout,i movimenti gandhiani o le organizzazioni non governative di difesa dei diritti umani) perché cooperino con le organizzazioni non governative siriane, al fine di raggiungere tre obiettivi:
- garantire il carattere pacifico delle manifestazioni;
- accompagnare i giornalisti per coprire gli avvenimenti;
- fornire la mediazione tra le parti in conflitto per comunicare e raggiungere la riconciliazione e la pace.
Suggeriamo che il logo di apertura, disegnato da una bambina siriana di Homs, sia apposto sulle camicie bianche che indosseranno questi volontari pacifisti. Il logo riprende i colori della bandiera nazionale della Siria. La sua cornice rossa rappresenta il nostro amore per la patria indivisibile. Il verde delle foglie d’olivo simboleggia la riforma pacifica che vogliamo. Le olive nere sono tutti i nostri “martiri” e dicono il nostro impegno a prenderci cura dei loro figli.
Noi vi invitiamo a questi giorni di digiuno, preghiera e sakina, perché questa nostra presa posizione non può concretizzarsi senza ascesi, senza esercizio del distacco da ogni interesse particolare in contraddizione col bene comune. Saranno giorni di incontro e di scambio di opinioni nella calma e il rispetto per la dignità di ogni individuo e delle sue opinioni.
Preghiamo Iddio di concedere al Presidente della Repubblica e al Governo siriano la saggezza e la lungimiranza necessarie a superare la crisi, per amore di patria e in spirito di sacrificio al suo servizio. Ci appelliamo a tutti i responsabili nelle file dell'opposizione, nelle sue varie componenti, perché scelgano l'impegno nella non violenza, a qualunque costo. Preghiamo per tutti i cittadini siriani, tanto all'interno del paese come emigrati, e per tutti gli amici della Siria, perché ciascuno di noi comprenda e faccia il proprio dovere in questo momento difficile, fuori da ogni partigianeria confessionale o ideologica. Non che noi si odino le appartenenze, ma perché tutti apparteniamo gli uni agli altri!
Redatto l’8 Settembre 2011, corrispondente al 10 di Shawwal 1432, festa della Nascita di Maria, Madre della Pace.
Comunità di Deir Mar Musa al Habasci